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 Il poema dei lunatici

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Jo
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Jo


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MessaggioTitolo: Il poema dei lunatici   Il poema dei lunatici EmptyLun Nov 16, 2009 2:03 pm

è un libro di Ermanno Cavazzini che ha ispirato Fellini per il suo "La voce della luna".
Ecco cosa ne dice il grande regista:

"E la storia di un uomo che si fa chiamare Savini; ma è anche la storia dei pozzi e dei messaggi che essi contengono. E la storia di Savini e del suo compare, "il prefetto", dei loro dialoghi, del loro vagheggiare narrando di imprese famose, e quel che si narra è, come l'acqua dei pozzi, influenzato dalla luna. Perseguitati nottetempo da una banda di vecchi spioni, Savini e il prefetto fuggono per le campagne. Un'allucinazione fantastica che racconta un'epoca di illusioni e strani sogni dove si sentono le voci salire dai pozzi e si indaga su certe regioni segrete e popolatissime che galleggiano in aria. "Sono attratto da un racconto che pur provocando continuamente il riso per l'arbitrio che domina sovrano e toglie significato a ogni azione e pensiero, diventa a tratti straziante per il bisogno disperato di darglielo comunque un significato, perché la sua assenza stringe il cuore di paura, e rende la vita assurda. Un racconto picaresco in una dimensione, in un paesaggio, che sta fra Bosch, il mondo attuale dell'industria, Don Camillo, la pubblicità della Montedison, i ricordi dell'infanzia, in un percorso quotidiano continuamente minacciato da fantasmi interiori, in una incessante condizione di umiliato e ugualmente esaltato di emarginazione." (Federico Fellini, 1989)
ecco un brano tratto dal libro:

"..Quella notte ho dormito poi sulla panchina; si immagini quanto. Potevo andare in albergo se avessi proprio voluto; ma mi sentivo nel vestiario non del tutto pulito, e anzi di aspetto ancora un po’ trasandato. E mi ricordavo bene le idee che hanno gli albergatori. Altri abiti erano dentro alla borsa di tela, che però durante il nubifragio li aveva tinti tutti di blu e compressi, cosicché erano rovinati.
E in sostanza dalla panchina ho seguito la luna che faceva il suo giro. Mi ero avvolto con dei giornali per non patire l’aria che si alza di notte, e ogni tanto aprendo gli occhi vedevo la luna che si era spostata, e facevo i calcoli per misurare quanto tempo era passato. Era una luna ancora sottile e crescente, ma luminosissima...
E durante l’insonnia ho avuto il sospetto che quella luna fosse mossa da un meccanismo e tenuta su da una gru, per esempio con il braccio snodato; o ci fosse un cavo d’acciaio tirato per aria tra due tralicci nascosti, e la luna avesse un gancio e una rotella, fosse cioè una specie di teleferica.."
http://www.scrittoriperunanno.rai.it/video.asp?currentId=212



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MessaggioTitolo: Re: Il poema dei lunatici   Il poema dei lunatici EmptyLun Nov 16, 2009 9:58 pm

Grazie Jo, di questo prendo nota. Credo sia una buona idea anche segnalare dei buoni libri in questa sezione ....
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MessaggioTitolo: Re: Il poema dei lunatici   Il poema dei lunatici EmptyLun Nov 16, 2009 11:22 pm

Concordo!
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MessaggioTitolo: Re: Il poema dei lunatici   Il poema dei lunatici EmptyMar Nov 17, 2009 1:01 am

Mia figlia ogni sera cerca la "NIA" ... così chiama quella palla che di notte illumina il cielo e che noi chiamiamo LUNA.

Mia figlia mi guarda con gli occhi felici e grida "Niaaaaaaa!!!" e quando la luna non c'è le chiedo ... "Francesca dov'è la luna?" mi risponde "a Miami!!!" convinta che quella palla sia in viaggio da Milano verso casa.

In questi giorni "la luna e a Milano" e non vedo l'ora che torni a farsi vedere!
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MessaggioTitolo: Re: Il poema dei lunatici   Il poema dei lunatici EmptyMar Nov 17, 2009 1:30 am

la luna ha qualcosa di speciale, è la luna che dà la misura, ed è la patria della femminilità.. questo libro, veramente stralunato, sa rendere appieno questa dimensione pallida del nostro inconscio, questa luce riflessa..

Alla luna

O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, né cangia stile,
0 mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!

(G. Leopardi)
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MessaggioTitolo: Re: Il poema dei lunatici   Il poema dei lunatici EmptyMar Nov 17, 2009 1:53 am

Dolce e chiara è la notte e senza vento,

Così lo stesso poeta che hai citato, Jo, comincia una delle più belle poesie che mi è capitato di leggere.
Secondo qualcuno "l'apertura perfetta di una poesia".

Basterebbe questo per far percepire che la luna è la "reponsabile di quel chiarore sereno" ma poi il poeta ci regala il suo quadro:

e queta sovra i tetti e in mezzo agli ortI
posa la luna, e di lontan rivela
serena ogni montagna.


La mia buona notte a te!
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