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Messaggi : 67 Data d'iscrizione : 26.10.09 Età : 69 Località : Genova
Titolo: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 3:51 pm
Il titolo non inganni, non intendo riferirmi ai Beach Boys o ai “favolosi anni ‘60”, ma se avessi scritto “vibratore per chitarra” qualcuno poteva equivocare... Sono parecchi mesi che si discute in rete di questo prodotto, il ToneRite (davvero è un "hot topic") ed è strano che non sia stato ancora tirato fuori da noi; per prudenza e per i troppi pochi dati che avevo non ne avevo fatto ancora menzione, ma credo che meriti attenzione perché può riservare gradevolissime sorprese come far innescare discussioni a più non posso...
ToneRite: mito o realtà? L’oggetto è serio, si tratta del “ToneRite for guitar”, prodotto da una ditta americana e destinato ad abbreviare il rodaggio e favorire il risveglio degli strumenti musicali (è infatti prodotto in varie versioni). Esso costa circa $150 (ai quali noi dobbiamo aggiungere il costo dell’alimentatore in standard europeo) e la ditta garantisce il rimborso completo fino ad un mese dall’acquisto per chi non fosse rimasto soddisfatto, una politica rassicurante! Leggendo dal sito del costruttore http://tonerite.com/guitar/vmchk dove c’è dovizia di informazione si dice che l’idea è l’impiego prolungato di una vibrazione in un regime di frequenze atto a provocare un de-smorzamento dell’energia nello strumento consentendo un migliore trasferimento della stessa, che poi in gergo è quello che si vuole intendere quando lo strumento si apre o è “played-in”. Non è poi un discorso per iniziati, ricordo che una volta un liutaio mi parlò della dissipazione dell’energia per carcare di spiegare come mai una Larrivée continuava ad essere dura nonostante action bassa e corde light, fatto che non capiva del tutto. Tornando alla presentazione del dispositivo, è scritto che è progettato per far rendere al meglio uno strumento che non può certo essere trasformato. L’utilizzo è molto semplice, basta incastrare le tre appendici fra le 6 corde e farlo scorrere nel punto dove si possono meglio trasmettere le vibrazioni all’intero strumento, indicato di fatto nel punto a contatto del ponte.
Così si presenta dal davanti, di fatto è bloccato dalle corde e collegandolo alla presa parte il “ronzio” che si può modulare con un cursore. E’ consigliata una sessione iniziale di 72-144 ore a massima potenza, ma possono essere effettuati successivi trattamenti anche al solo scopo di “mantenimento” o come ulteriore “sviluppo” dello strumento (qui va bene anche l’impiego alla minima potenza).
Come dicevo nel sito si possono trovare i dettagli del caso, io desidero solo condividere le mie esperienza portandolo alla vostra attenzione perché FUNZIONA! Il fatto è che la gamma dei risultati può andare dal nullo allo spettacolare e può variare da strumento a strumento con previsione molto incerta...
Per chi e perché? Perché l’ho comprato? Mesi fa fui incuriosito dalle decine di pagine di thread in merito inizialmente sul Collings forum (dove tra l’altro sono stati anche riportati un istogramma complessivo e tabelle relative ai risultati ottenuti su un’ampia varietà di chitarre che riporterò in un successivo post) e più recentemente su quello Martin. Decisi di acquistarlo perché sono un suonatore “mordi e fuggi” in perenne warm-up e ho quasi sempre avuto chitarre nuove o semi-nuove poco suonate, e mi allettava un dispositivo che potesse supplire in qualche modo o attenuare gli effetti di gioventù dello strumento e non farmi magari pentire di vendite affrettate. Avevo ad esempio anni fa una Huss & Dalton TD-M comprata nuova e definita “eccezionale” che in effetti era bella viva e vendetti solo perché avevo ben 4 dread e dovevo sfoltire in fretta per sopraggiunta GAS. Mi riferì dopo pochi mesi l’amico Silvio Ferretti (banjoista dei Redwine) che conosceva il suonatore professionista che la comprò (Giovanni Zordan) che questi, studiandoci regolarmente qualche ora al giorno, in pochi mesi (non più di 3-4) l’aveva migliorata del 5000% (testuali parole) e che era diventata veramente notevole!
Prima di riportare le mie esperienze ricordo che raccontando ad Alberto (Al51) l'acquisto appena fatto quando andai a luglio a Milano per il setup sulla Square Deal OM venni a sapere che guidog (ebbene sì, questo DUOTESTER...) l’aveva già acquistato e non aveva riscontrato alcun miglioramento sulla sua OM28V (peraltro una chitarra particolarmente ben suonante pur avendo solo pochi mesi).
Martin D45 (2008) Cominciai con questa che aveva poco più di un anno di vita e che conoscevo meglio. E’stata anche la chitarra più trattata, circa 220 ore in 3 sessioni, la prima e l’ultima a piena potenza. Colgo l’occasione per citare il problema del posizionamento. Parlando con guidog seppi che mise la chitarra orizzontale (credo su un divano) forse per escludere un eventuale scivolamento del ToneRite e feci altrettanto (su un tappeto nella zona meno accessibile dell’appartamento e lontana da fonti di calore), poi casualmente proprio mentre la chitarra era in vibrazione da un giorno e mezzo lessi un commento che riportava (non ricordo bene se un colloquio intercorso con uno della ditta) che il posizionamento ottimale andava fatto su uno stand fisso per ottimizzare la risonanza col fondo che poteva agire da smorzatore, così volli cambiare. La sessione fu deludente, praticamente non rilevavo miglioramenti, forse un po’ più di risonanza ma non ci avrei scommesso. Nemmeno dopo un cambio corde cambiai opinione (alcuni riscontravano un deterioramento delle corde dopo il trattamento e solo dopo averle cambiate si riscontrava l’effettivo miglioramento nella chitarra).
Dopo un po’ e continuando a leggere sull’argomento che era molto caldo, decisi di fare un trattamento a bassa potenza sempre sui 3 giorni. Tolsi la chitarra di sera dopo le 22 e suonandola con le dita mi parve in effetti migliorata, ma il giorno dopo la situazione mi sembrava la solita! Tuttavia leggevo di alcuni che sostenevano che le 72 ore sono un riferimento minimo ma alle volte non bastavano neanche 6 giorni... (le Collings sono note per essere da nuove “tight and bright”), così presi la faccenda come quasi una sfida e feci una terza sessione nuovamente a piena potenza. Ne conservo ancora la foto sotto riportata. Questa volta un risultato fu incontrovertibile su un parametro specifico: il sustain era passato da poco apprezzabile a ottimo, accompagnato da una aumentata risonanza generale. Certamente mi pareva comunque poco per fare un post o consigliare di provare l’oggetto, ma un mese più avanti fui estremamente contento della spesa sostenuta perché l’acquirente della D45 mostrava di gradire particolarmente questa caratteristica, oltre al fatto che comunque la chitarra suonava molto meglio della D28 che mi avrebbe dato in permuta parziale (qui verrà il bello dopo più avanti) e che giaceva nella custodia da almeno due anni dato che aveva anche una D42.
Square Deal OM (2009) La chitarra era nuovissima e avrà avuto sì e no 3 ore di suono quando la misi sullo stand (72 ore) perché persi molto tempo per fargli fare un setup a Milano da Carlo GBL (non avevo pensato a Dino’s) dopo un intervento al volo a Sarzana… Il suono era comunque piuttosto vivo e non “boxy” con un’ottima risonanza generale. Anche in questo caso tutto invariato e non potei fare una seconda sessione perché nel frattempo la vendetti.
Martin D28 (1995) Una premessa: come ho detto sopra la presi solo per facilitare la vendita della D45, avevo anche la McAlister e piuttosto cercavo una vintage, l’idea era di metterla in vendita appena possibile. La portai ad Albisola – 1° tappa a Dicembre – da Andrea perché era invendibile per il fatto che il setup era orrendo (forse mai ne aveva avuto uno), inoltre il suono non era gran che soprattutto con gli accordi che risultavano impastati. Per essere una D28 non meritava la sufficienza. Così decisi assieme ad Andrea non solo che facesse selletta e nuovo capotasto in osso ma su suo consiglio di solcare il ponte e fare il ramping alle corde. Il setup finale che ha fatto è il migliore che abbia sperimentato (e con le corde 013 PB) tanto che è stato il fattore che mi ha tenuto a freno sul metterla già in vendita. Il suono era migliorato tanto da poterla definire una “onesta” D28; col plettro andava bene anche se c’era sempre un po’ di confusione sugli accordi, suonata con le dita poteva andare ma era poco convincente. Mi dicevo che in fondo è una chitarra da plettro e più da bluegrass...
Mi ero ricordato del Tonerite solo per un recente thread sul Martin forum, così, pensando che comunque male non le potesse fare (nessuno ha riportato esiti negativi da questo uso), due settimane fa le ho fatto fare 82 ore (da venerdì alle 22 a martedì alle otto) a piena potenza davvero con aspettative minime viste le due precedenti esperienze. Non credevo alle mie orecchie (blown me away come si suol dire) quando, una volta riaccordata, ho fatto un pezzo con le dita che mai mi aveva convinto su questa chitarra, ovvero “L’isola che non c’è” con tanto di arpeggino inziale che ho da poco imparato (e male). E’ come se avessi tolto un maglione dalla buca o si fossero staccate delle incrostazioni, il suono aveva finalmente ariosità e andava nella direzione della chiarezza, note presenti e rotonde, separate ma musicali e in bell’amalgama (accordi OK). La timbrica della chitarra era sempre riconoscibile, ma il salto di qualità era notevole. Un po’ tutto era parecchio migliorato, responsività compresa, difficile dire che cosa di più e che cosa di meno. Forse potrei sottoscrivere gran parte (non direi “cannon” per la mia, sulla suonabilità potrei lasciarmi trascinare) di quanto trovo proprio sul sito ToneRite:
"After a 72 hour treatment this guitar [my 10-year old Martin HD35] has never sounded so good to me. Loud as a cannon, a lot more articulate in the tone (better note separation) and just overall better balance between the strings. It really kind of "caught up" the mid's and highs to the guitars natural big bass sound. It actually seemed to "PLAY" better which I don't understand, but it seemed to make it easier to fret and milk the tone out of her than it used to." (Glenn Webster, guitarist of Fraid Knot)
Un 7 complessivo (punteggio max) per restare nella scala dell’istogramma che vedrete. Segno dell’apertura o del risveglio dal letargo? Volendo essere oggettivo ora la definirei una “buona” D28, lasciandola ancora un gradino sotto ad esempio a una chitarra tipo la OM di guidog, ma dal mio punto la differenza è abissale. Ad esempio quel pezzo mi aveva fatto venire il sorriso e ora non riesce a deludermi tutte le volte che la prendo in mano nemmeno dopo la 0-18. Fa molto bene anche il blues, non avrà performance eccellenti forse su niente ma è la migliore Martin D che abbia avuto e ho difficoltà ad ammetterlo. Mi piace persino di più della mia ex D45 (che su Youtube ha avuto tanti apprezzamenti). Addirittura non ho potuto fare a meno lo scorso weekend di mettere in vibrazione la McAlister perché non sopportavo che questa, suonata con le dita, perdesse così tanto dalla D28, almeno non concederle il vantaggio.
McAlister D28 (2009) Anche questa chitarra ha avuto grossi miglioramenti, ma più identificabili singolarmente. Non sono rimasto sconvolto come con la Martin forse perché suonava già molto bene, darei un 6 generale e 7 sugli acuti. Andando per ordine ho notato subito un maggiore volume della chitarra (più di quanto fosse successo sulla D28) e gli acuti venuti fuori più presenti, ariosi e con gli overtones. Ad esempio mai mi era successo di smettere di suonare in strumming per 3 volte di seguito perché credevo che suonassero alla porta. In generale è meno bass-heavy con bassi meno gonfi e medi migliorati. Per fare un esempio non avevo più cambiato le corde da inizio dicembre e mi sembrava quasi di doverlo fare, ora posso tenerle ancora un po’ perché il suono è più definito e non “dull”. Vengono bene anche i giretti blues finger style, prima “muddy”, riducendo il gap con la D28.
Un po’ di discussione... Un primo aspetto che trovo sconcertante è due quasi “nulla di fatto” (escludendo però il sustain acquisito alla D45) per due chitarre nuove o quasi, per le quali di solito i risultati sono migliori rispetto a quelle più maturate e due risultati notevoli (uno quasi spettacolare perché inatteso su una chitarra di 15 anni). Ci ho pensato un po’ e a parte la considerazione che la chitarra è un sistema “complesso” con moltissime variabili in gioco tanto che due strumenti dello stesso modello si percepiscono comunque diversi anche se parenti, mi è venuto in mente che le condizioni ambientali dei test erano molto diverse per umidità relativa. In questo periodo ho in casa circa il 40% di RH, mentre quest’estate saremo stati sul 60%, potrà influire in modo determinante sul trattamento vibrazionale? Non ho ancora trovato un commento in tal senso sui forum. Una argomentazione che viene citata da chi lo usa da tempo (diciamo un anno) è che le 72 ore sono il minimo, quoto da Mr. JT Foote:
"The initial 72 hour period is just that, the first time you'll use it. Don't expect great, immediate results from the first "treatment". A new guitar, or one with a stiff top will need considerably more than that. I actually used the device at full power for about five of those first sessions, and then kept it on at night at the lowest setting twice a week for several months. I noticed that I got more discernible results with the power at the lowest setting over an extended period of time than any of those first sessions at full power. Doing it this way made the guitar feel more playable, and the top sound looser, with greater volume and warmth".
Mi piace poi riportare l’esperienza di questo signore (Mr. Freeblues)
I put the B&H SJ (braz/alpine) back on the ToneRite and let it rock for an addtional 3+ days, making it 6+ days altogether. I changed the strings this morning, the first change since I did any time on the ToneRite. This guitar, already an 11 on the scale of 10 (can you spell alien?!) is now something like a 13. Holy Moly! Prior to the ToneRite the guitar had an edge of zing-y brightness in the trebles, bright strings were not something this guitar could usually handle. Today I put Pearce phosphor bronze (mediums) on, same as the strings I replaced. I just got back from a 2 hour band practice and this guitar is now on a whole 'nother planet. No edge at all to the tone, it's now deep, rich, VERY articulate, huge thumping bass, big fat trebles, about as perfect as I can imagine a guitar can get. This is now a solid 7 in terms of improvement. As with the B&H, I put my Claxton EM (mahogany/adi) back on for an additional 3+ days. I just took it off and am stunned. The bass is much, much bigger, still as articulate as ever, just bigger, deeper, louder. The whole guitar seems to have found another gear. Much, much more depth and responsiveness. I did not think this possible, I am (very pleasantly) surprised. Give this one a 7 also.
As several others have found, 3 days may be a minimum, 6 or more seems to continue to yield results. I doubt I'll put either of these guitars on full power for any more time, but I will most certainly warm them up at low power from time to time.
Spunti interessanti, ce ne sono poi tanti.
Circa la D28 è possibile che in realtà la chitarra a suo tempo si sia aperta e poi col precedente proprietario sia stata così trascurata da avere un’involuzione imbarazzante dalla quale tutto sommato è emersa alla svelta con una forte svegliata. Mi fa riflettere come si possano dare alle volte giudizi affrettati su certi strumenti che invece sono semplicemente non al meglio o dormienti. Poco tempo fa sul Martin forum una persona che ha appena comprato da Steve Swan una D28 del 1960 che seguivo (avevo però abbandonato velleità) scriveva che era molto contento perché la chitarra sta velocemente riprendendosi (e senza Tonerite)
Parliamo di fenomeni “non lineari”, non è vero che i miglioramenti sono proporzionali alla quantità di energia vibrazionale prodotta, ci sono “soglie” e “saturazioni”, finiamo alla teoria del caos (non sto scherzando) se non all’effetto farfalla!
Beh, spero che la lunghezza non vi abbia stancato, di certo vi avrò incuriosito, ma è davvero un oggetto intrigante!!
Per concludere voglio riportare una significativa testimonianza riportata nel sito tonetite.com; Dario magari lo saprà già visto che è suo cliente e amico (se non lo sa una mail gliela manda sicuramente...
"We've been using our ToneRite full time since we received it. It has made a dramatic difference in the tone of new instruments, and has helped to "wake up" vintage instruments that haven't been played in years. The only problem is, we have a hundred guitars, and they could all benefit!" (Eric Schoenberg, Schoenberg Guitars)
Ermanno
Messaggi : 67 Data d'iscrizione : 26.10.09 Età : 69 Località : Genova
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 4:04 pm
Ecco i dati che ho semplicemente preso dal Collings forum per comodità di lettura.
After initial use of the ToneRite device the tone of my guitar was:
Number of guitars in summary: 109 Average reported effect: 6.0
Prima delle tabelle alcune osservazioni:
a) l'unico caso "negativo", il 2 proprio di Mr. JT Foote, fu poi ritrattato perché scoprì che quella Gibson SJ semi-nuova aveva un problema precedente non attribuibile all'uso del ToneRite di cui poi è diventato un "believer"; b) se andate a vedere i test di Mr. Fleeblues non solo si notano le chitarre recenti di livello assoluto, ma anche due vintage che sono rimaste invariate (C.V.D.); c) c’è pure in coda l’amico Yiannis…ricordate la clip della John Walker?
Ospite Ospite
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 4:17 pm
Ammazz ... che super recensione, Ermanno, grazie ! E`un po`che ci penso, e ne avevo parlato anche con Yiannis che appunto sostiene di aver notato chiari benefici. Avevo letto l'opinione di Schoenberg e so che pure Carlo / GBL lo usa. Sono curioso delle opinioni di Guidog, ma intendo comunque procurarmene uno. Va bene che suonarle in prima persona e`il modo piu`naturale di ottenere tali risultati, ma quando si parla di varie sessioni di 72 ore e si moltiplica per qualche chitarra, saltan fuori giorni e giorni consecutivi di play time non stop (settimane, di fatto ...) ...
Grazie ancora !
The Jedi
Messaggi : 256 Data d'iscrizione : 28.10.09 Età : 57 Località : Chioggia (VE) - Profondo Sud della Laguna
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 4:51 pm
Davvero grazie Ermanno anche da parte mia. Lo avevo "sfiorato" sulla rete ma non avevo mai approfondito l'argomento.
...quasi quasi ci faccio un pensierino.
The Jedi
Messaggi : 256 Data d'iscrizione : 28.10.09 Età : 57 Località : Chioggia (VE) - Profondo Sud della Laguna
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 4:51 pm
...o compro usato quello di Guido
Ermanno
Messaggi : 67 Data d'iscrizione : 26.10.09 Età : 69 Località : Genova
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 4:53 pm
Dario57 ha scritto:
E`un po`che ci penso, e ne avevo parlato anche con Yiannis che appunto sostiene di aver notato chiari benefici. Avevo letto l'opinione di Schoenberg e so che pure Carlo / GBL lo usa. Sono curioso delle opinioni di Guidog, ma intendo comunque procurarmene uno. Va bene che suonarle in prima persona e`il modo piu`naturale di ottenere tali risultati, ma quando si parla di varie sessioni di 72 ore e si moltiplica per qualche chitarra, saltan fuori giorni e giorni consecutivi di play time non stop (settimane, di fatto ...) ...
Grazie ancora !
Grazie Dario, per i rivenditori lo definirei un must, di fatto un'arma segreta! Non sapevo di Carlo, se capita gliene parlo... Tra l'altro un po' di tempo fa non c'era nel sito quella testimonianza.
Adesso magari guidog ci riproverà col muletto... se non un "colpo di coda" con la Juber, quien sabe?
Ti confesso che ero rimasto perplesso dopo le prove sulle prime due chitarre, anche se sulla D45 un risultato specifico (per la gioia anche di chi l'ha comprata che la suonava fingestyle un po' jazzata, ricordo ancora i sorrisi con quel bel sustain che non aveva prima) è venuto fuori insistendo. Ho cercato di essere oggettivo anche sulle impressioni di queste due settimane (e non ho cambiato corde), vorrei farle sentire ad Andrea...
In effetti avendo tante chitarre è un ottimo sistema anche solo per tenerle pronte, le tue vintage però non ne hanno certo necessità.
Ospite Ospite
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 4:57 pm
Ermanno ha scritto:
In effetti avendo tante chitarre è un ottimo sistema anche solo per tenerle pronte, le tue vintage però non ne hanno certo necessità
Si, direi puo`avere una logica con le nuove, le vintage sono gia`belle sveglie ...
ry
Messaggi : 649 Data d'iscrizione : 13.11.09
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 4:58 pm
Qualcuno tempo fa ha detto che le vintage suonano decisamente meglio perchè il legno è invecchiato e che aveva riscontrato lo stesso suono sia in strumenti molto suonati che in strumenti che erano rimasti sotto il letto x 50 anni.
Faccio molta fatica a credere a questi oggetti miracolosi.
Tanto vale mettere la chitarra tra le casse e lasciare lo stereo acceso 12 h la giorno.
Qualche anno fa ho comprato il Bridge Doctor, che alcune Breedlove montano di serie, se non vado errato, l'ho montato e francamente mi sono incazzato con me stesso: effetto zero, come se neanche ci fosse.
No short way..........suonare una chitarra vuol dire sottoporla ad un certo tipo di lavoro dato che la corda oscillando fa muovere tutto e poi le frequenze che si producono mentre si suona sono proprio tante tante, tra fondamentali ed armonici.
Ermanno
Messaggi : 67 Data d'iscrizione : 26.10.09 Età : 69 Località : Genova
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 5:08 pm
The Jedi ha scritto:
Davvero grazie Ermanno anche da parte mia. Lo avevo "sfiorato" sulla rete ma non avevo mai approfondito l'argomento.
...quasi quasi ci faccio un pensierino.
Ti ringrazio, a me pareva importante condividere l'esperienza anche presentando il rischio potenziale che le aspettative possano essere disattese o comunque ci voglia pazienza e capire bene se può fare al caso nostro. Su queste due chitarre ho ottenuto dei risultati che uno come me che al max finisce per suono a intermittenza e non più di 15 min. di seguito (poi mi piace anche far girar le chitarre) magari chissà quanto doveva aspettare. Per altri il discorso può essere diverso, tuttavia quest'oggetto funziona!
The Jedi
Messaggi : 256 Data d'iscrizione : 28.10.09 Età : 57 Località : Chioggia (VE) - Profondo Sud della Laguna
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 5:13 pm
Senti Ermanno, secondo te ha influenza anche l'accordatura (e/o la tensione o meno delle corde) nel processo?
Ermanno
Messaggi : 67 Data d'iscrizione : 26.10.09 Età : 69 Località : Genova
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 5:25 pm
The Jedi ha scritto:
Senti Ermanno, secondo te ha influenza anche l'accordatura (e/o la tensione o meno delle corde) nel processo?
Non sono un esperto, io le ho tutte tenute in accordatura standard (alla fine comunque si scordano davvero poco anche se le vedi un po' piegate come da foto). Avevo letto che qualcuno diceva di mollarle (davvero poi ci sarebbe il pericolo che caschi se lo si facesse troppo) ma la risposta è stata negativa perché la chitarra deve vibrare come si fosse suonata. Tra l'altro sullo stand quando l'oggetto è attaccato al ponte senti vibrare bene pure la cima della paletta...
Mi chiedo invece come possa influire l'umidità.
E' difficile comunque capire, io stesso ho avuto anche un "nullo" e uno poco significativo (anche se il sustain può essere per qualcuno uno dei parametri principali); per rispondere anche a Stefano non si tratta di oggetto mirocoloso (nè sul sito loro lo dicono). Certo se ci fossero un po'di TR anche qui in Italia (finora siamo almeno in 3) potremmo fare una statistica, io che sono un ingegnere ho molto apprezzato quell'iniziativa!
Ermanno
Messaggi : 67 Data d'iscrizione : 26.10.09 Età : 69 Località : Genova
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 5:26 pm
The Jedi ha scritto:
...o compro usato quello di Guido
.. magari te lo affitta! In america uno lo fa, non è uno scherzo...
Ospite Ospite
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 5:30 pm
[quote="Stefano/ry"]
Qualcuno tempo fa ha detto che le vintage suonano decisamente meglio perchè il legno è invecchiato e che aveva riscontrato lo stesso suono sia in strumenti molto suonati che in strumenti che erano rimasti sotto il letto x 50 anni.
Faccio molta fatica a credere a questi oggetti miracolosi.
[quote]
Si leggono spesso discussioni di questo tipo su UMGF ed altri forums (a proposito di chitarre vintage mint o con molto play wear) con interminabili threads e disquisizioni tipo uovo-gallina, e cioe` : " Sono state molto utilizzate perche`suonavano bene e non riuscivano a metterle giu`oppure suonano bene perche`sono state molto utilizzate ? ". Io credo nessun playtime riesca a trasformare per miracolo un gattino in una tigre. Solo uno strumento ben costruito/riuscito non fara`che migliorare con il passare del tempo e playtime. Il fatto e`che la CFM nella sua prima Golden Era ha avuto uno standard di qualita`molto alto e i piu`o meno segni di utilizzo hanno piu`a che fare con la sua storia che con la sua qualita`(credo Andrea / dino dicesse la stessa cosa in altro thread poco tempo fa). Certo se sono state sotto il letto per decenni le devi risvegliare, ma e`un processo relativamente breve. Il punto chiave e`se abbiano subito abusi/modifiche/riparazioni maldestre o meno. C'e`un thread da quelle parti su "Keys to the prewar sound" ed un membro che afferma di aver provato in prima persona qualcosa come 150 Dreads prewar (e non ho motivo di dubitarne) scrive : "I have never played an unmolested (no severe damage or bad repairs) pre-1945 Martin that was not a really fine sounding instrument. Some are clearly better than others, but I can't recall having played a bad one". Credo si possa condividere (IMHO).
Ospite Ospite
Titolo: Re: Good vibrations... Ven Feb 05, 2010 5:34 pm
A questo punto, comunque, ci sta anche ....
dino1899
Messaggi : 196 Data d'iscrizione : 28.10.09 Località : Albisola
Titolo: Re: Good vibrations... Sab Feb 06, 2010 10:24 am
beh, grazie ad Ermanno per il suo 'white paper' sul tonerite.
In effetti, non c'è motivo teorico né pratico perchè non debba funzionare. Altro non fa se non 'slegare' un pò lo strumento nel suo insieme; da quanto ho capito, semplicemente andando ad applicare una frequenza di una certa intensità nella zona cruciale dello strumento. Per me funzionerebbe meglio se fosse un pelo più sofisticato ed andasse ad applicare varie armoniche in modo 'mirato' e non semplicemente sfruttando effetti spuri. Non vorrei dire stupidaggini (non credo), ma penso sia un comune 'motore universale' (e con con un eccentrico?) che alimentato a 50 Hz vibra a 100 Hz e spurie (120 Hz se utilizzato in USA, quindi le tabelle fatte da sperimentatori nordamericani qui in Europa non valgono! .. ). E' lo stesso effetto (amplificato) che si ottiene mettendo la chitarra davanti ad uno speaker e 'facendole sentire' un pò di musica. Miglioramenti 'subliminali', ma apprezzabili.
Per quanto riguarda invece il discorso 'simulare l'invecchiamento' per ottenere il suono vintage, quello proprio non sta in piedi. Abbiamo già discusso e verificato (direi prove empiriche e ripetute su diversi strumenti, quindi valide anche scientificamente) che non è il fattore 'è stata tanto suonata' a determinare il suono, la dinamica e la timbrica di uno strumento vintage.
Cmq lettura interessante, Ermanno! Grazie..
hobo68
Messaggi : 86 Data d'iscrizione : 21.03.11 Età : 56 Località : Gaiarine (TV)
Titolo: Re: Good vibrations... Mer Giu 29, 2011 6:56 pm
Il distributore italiano lo segnalo anche su questa conversazione come fatto con quella aperta da MeMy
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Titolo: Re: Good vibrations...
Good vibrations...
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