1a tappa: Albisola

Per il momento tralascio i commenti e posto velocissimamente qualche foto fatta oggi dal sottoscritto (meno quelle dove compare un signore calvo e barbuto con un maglione demodé...). Grazie a tutti per la visita... veramente molto gradita. Arrivederci a presto!.. Sapete dove trovarci

Andrea


Gabriele + Brontocaster in daphne blue


Franco con Gibson SJ '43


sempre Franco con Gibson J-45 '49


Daniele con Gibson LG-2 '42


...idem


Stefano con SJ del '43


Gabriele con LG-2 '42


un ispirato Ermanno con Gibson J-45 '49


foto di gruppo con Gibson


SJ '43 + manico della J-45


foto di gruppo ed Ermanno con la sua Mc Alister D-28


..lasciamo stare...


Banner Gibsons! ..e braccia di Alessio (mio amicone nonché socio). Spero che Ermanno abbia una foto un pelo più esaustiva di Alessio di quanto non sia questa...


un attento Gabriele e Martin 000-18 '42


Franco e Martin 000-18 '42


Franco e Brontocaster!

Cosa manca?.. Beh, mi accorgo adesso che manca la 0-18 del '34 di Dario!!.. (nonchè la notevole Claxton di Gabriele). Don't worry: c'era anche la 0-18!.. è stata seviziata a dovere ed è ripartita direzione Ovest

Grandi foto, grande giornata ! Peccato non esserci ....

Dario57 ha scritto:

Grandi foto, grande giornata ! Peccato non esserci ....

Ma un pezzo di te anche se di legno c'era ,

belle foto davvero? E la Travel si avvicina....

Ringrazio Andrea che con SMS mi ha fatto notare il thread, ero così preso dall'emozione che ho voluto fare subito un minireport andando su quello del Vintage Tour
Lo riposto qui di seguito
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Ecco un primo riscontro del "prologo" del Vintage Tour in quel di Albisola nel laboratorio Dino's guitars, purtroppo incompleto in quanto per problemi familiari ho dovuto lasciare l'allegra combriccola alle 17.30. Non so quindi come sia finita e come si sia deciso sulla "chitarra pellegrina"

E' riuscito a venire anche Daniele-Ipnos, così eravamo in 5 da fuori, dal ponente sono arrivati insieme Gabriele, Stefano-Rylan e Francort in veste di "guest star-tester".
Abbiamo portato 6 chitarre: Claxton e OM28 Marquis di Gabriele, Martin 0-17 vintage (sorellina di quella di Dario col top in mogano) e una Metelli Dread di Daniele, una Martin D28 del 1995 e una D28 vintage-McAlister del sottoscritto.

In laboratorio abbiamo trovato, oltre alla Martin 0-18 di Dario, 3 Gibson vintage (banner Southern Jumbo e banner LG-2, e una J45 del 1949) e una Martin 000-18 (wartime se non erro). Immaginerete che diventa difficile fare un riassunto anche per le prove singole fatte, il buon francort ha tenuto il "fil rouge" della situazione e potrà ben commentare

La prima grande sorpresa è che abbiamo iniziato in modo "trasgressivo" con una elettrica davvero intrigante che ha destato molta impressione tra i presenti: è l'ultima Dino's "brontocaster" (speriamo che non si estinguano ) con la quale francort ha dato davvero il meglio di sè come poi con la 000-18. Andrea poi ha completato l'opera con giri "hendrixiani" e potete immaginare come si è stabilito il clima da subito...
E' quasi stupefacente come senza pedali possa suonare tipo semiacustica o in modo bello cattivo.
Se qualcuno fosse interessato sappia che è in vendita a un ottimo prezzo per come è fatta e suona, se non ricordo male intorno a 1800 Euro, davvero consigliabile!

Dopo un veloce excursus sulla Claxton siamo passati alla 0-18 di Dario, settata fingerstyle e ottimamente suonante, e abbiamo fatto le orecchie al suono vintage. A quel momento però non c'era ancora un'attenzione comune alla singola chitarra perché la curiosità era dispersa da tutto il contesto, e i pareri li diranno i singoli. A me sono bastate le prime note di Layla acustica con grande resa di volume, tono e chiarezza anche coi soli polpastrelli... davvero non c'era bisogno del plettro.
Con queste chitarre si è presi dalla musica e dalla chiarezza del tono, diventa un po' questione di lana caprina parlare di aspetti specifici come volume, separzione tra le note, bassi, contenuto armonico ecc., cosa che si fa sulle chitarre nuove Certo, si può fare, ma ha molto meno senso perché basta avere un po' di orecchio...

Molto bella da sentire anche la sorellina 0-17, ascoltate si sentono molto meglio i bassi rispetto se suonate.
Non so se poi alla fine sono stato l'unico a provare la Metelli D, devo dire che suonava benissimo, mi sono davvero dilettato col giretto iniziale di "Monna Lisa" molto meglio di quelle che avevo provato a Sarzana tranne forse la parlor in cocobolo.

Siamo passati poi alle Gibson, queste tutte alla stragrande. La SJ era la più spettacolare, risultava quella più estesa in frequenza sotto e sopra, grande separazione, volume, tono.. stellare Quando poi la suonava Andrea in flatpicking davvero ne esaltava i pregi. Mi ha colpito poi come andava bene col plettro la piccola LG-2.
Aspettiamo poi i commenti degli altri presenti

Tornando al mondo Martin con la 000-18, colpiva non solo lo stato di conservazione (condizione: EXCELLENT) ma come "cantava", francort in certi momenti la faceva sembrare una ... classica! Davvero "sweet", ma va benissimo anche col plettro! Sarebbe interessante sapere se le chitarre vintage, anche se poco suonate, alla fine risultino comunque così stellari. VERY IMPRESSIVE, e un'ulteriore citazione per francort dopo l'exploit con la brontocaster.

A quel punto sono andato via , in ogni modo ho scattato al volo alcune foto (non nella fase iniziale) e le posterò probabilmente domattina. Non ci sono tutte le chitarre ma è un bel ricordo ugualmente

Un grazie particolare ad Andrea e ad Alessio per l'ospitalità

Ecco le foto promesse, partendo da un doveroso omaggio ai padroni di casa



Andrea che sta accordando la OM28 Marquis



Alessio con Daniele che non disdegna un giretto sulla mia D28 (avuta in permuta su una D45). A proposito, se qualcuno fosse interessato me lo faccia sapere , attualmente è da Dino's che effettuerà un setup con tanto "new bone nut and saddle" e piccoli aggiustamenti



Il simpatico Daniele con la LG-2 per una bella versione di "Cowgirl in the sand". Peccato non ci sia una foto della Metelli (bella davvero).



Il buon Franco immortalato in posa da chitarrista classico con la 000-18



Sempre Franco ma con la J45



e con la Southern Jumbo



Stefano e la SJ, "country-blues" doc!



qui con la LG-2 mentre con Gabriele ascoltano Franco



Gabriele scopre le vintage, qui con la J45



qui con la LG-2 (ha fatto anche strumming!!!) con Andrea che osserva la situazione generale



la foto un po' curiosa (così come quella precedente ) si presta ad una frase "celebre" per concludere... "GRAZIE, MANO!"

... e .. GRAZIE DARIO (nome da imperatore, beh uso questo emoticon ) per avere promosso il tutto

Cosa dire dopo un pomeriggio così...
Intanto un grazie di cuore ad Andrea ed Alessio,splendidi padroni di casa,che ci hanno circondato di stumenti meravigliosi,e a Dario,la cui 0-18 è al momento nella mia cameretta ,ma andiamo con ordine.per me si trattava del primo incontro VERO con chitarre Vintage,e venendo in macchina con Franco e Stefano si parlava appunto di cosa ci si aspetta da chitarre come queste;la risposta è venuta al primo accordo sgranato da Andrea sulla SJ,un suono mai sentito prima,che semplicemente ti apre un'altra prospettiva e ti pone degli altri parametri di valutazione,sono chitarre che suonano,suonano,suonano.Devo dire che le Gibson sono tre chitarre eccezionali,soprattutto la SJ,ma con un manico a cui bisognerebbe veramente abituarsi,in casa Martin sono più a mio agio,la piccolina è una chitarra incredibile per il volume e la pulizia di suono,la risposta,le dinamiche.Ieri sera,benchè stanco non ho resistito al fascino e l'ho spupazzata un'oretta,spaziando in tutto il"poco" repertorio che ho,dalla Standard,Drop D,DADGAD,suona bene tutto e in qualsasi accordatura,bisogna abituarsi un attimo ai Bar Frets,ma ti dà quel modo di suonare rilassato,in cui la chitarra ti segue qualunque cosa tu faccia,come dice Andrea è come se negli anni il suono si sia come depurato di tutto ciò che non serve,lasciando un risultato che a parole non si può tanto spiegare,almeno io non lo so fare,ma suonando e sentendo ci si può davvero rendere conto.Da parte mia però lo sconvolgimento si è avuto con la 000-18 di Andrea,cacchio se suona e COME suona,non c' è niente da fare,con una chitarra così tra le mani ti si apre sul serio un'altra dimensione,qualcosa che non hai mai sentito,perchè per sentire quel suono bisogna suonare quel genere di strumento.L'unica cosa che per fortuna mi tiene lontano da una chitarra così è...il prezzo

Citazione :

L'unica cosa che per fortuna mi tiene lontano da una chitarra così è...il prezzo

beh.. dai: riparametriamo il tutto. La 000-18 è una gran chitarra, vero, e adesso pure cara per le tasche medie (straincluse le mie!). Quindi accostiamola alla tua Claxton, la spesa gira che ti gira è equivalente. Quello che sono contento che sia uscito dal pomeriggio di ieri, è che certe caratteristiche di suono (quella 'pulizia' e 'facilità' di suono di cui parli) siano comuni a tutte le vintage, che siano giunte fin qui ai giorni nostri senza subire sevizie ed alterazioni (vanno bene anche usuratissime, ma in modo onesto: quello che rovina una chitarra sono le modifiche e le 'riparazioni' di chi non sa quello che fa). E questo si applica a strumenti in fasce di prezzo decisamente più alla portata (e ieri ce n'era qualcuno di questi: la j-45 del '49, la LG-2, la 0-18 di Dario).
Facile capire il perchè io personalmente anni fa mi sia accostato al vintage: per avere certi suoni a prezzi che sul nuovo ti compravano la 'solita' Martin / Santa Cruz / Collings ecc. Chitarre apprezzabilissime, belle, ben fatte, a cui va tutto il mio più sincero rispetto. Ma che mancano di quello che interessa a me in uno strumento. In questo senso, la grande maggioranza di vintage presente ieri in lab stava in una fascia di prezzo paragonabile alla tua OM-28 Marquis.
Per quanto mi riguarda, se la giocano molto (ma molto!) di più le varie 0-18, lg-2, j-45 provate ieri con le decantate 000-18 e SJ, di quando non faccia la tua OM-28 Marquis con la Claxton, chiaramente di un'altra categoria rispetto alla seppure apprezzabilissima Martin!
Aspettiamo comunque di vedere cosa ne pensano gli altri...
Andrea

Bel test davvero .... e non posso che essere d'accordo sulla descrizione del suono vintage. Un suono appunto depurato da quello che in una chitarra nuova e`inevitabilmente ancora molto presente. I bar frets in effetti richiedono un minimo di abitudine, ma si fa presto ....

Quella LG-2 comincia a incuriosirmi ....

La prima considerazione che mi viene di dire: chitarre tante .... capelli, in media, pochi pochi

Cercando di essere un po' più serio, ma sottolineando che i miei giudizi sono ormai sbilanciati dalla parte delle vecchie (tanto che già da tempo sto meditando di lasciare andare le mie chitarre nuove o quasi!), le Gibson sono quelle che più mi hanno preso, in particolare la SJ banner e la J-45 del 1949 sia per la sensazione fisica che ti trasmette l'abbraccio sia per il suono pulito e ciccio (le note che emette la SJ sono grasse almeno quanto lo è il manico) ..... e se volete sapere come può suonare una Gibson vecchia mettetela sotto le mani di Andrea

.... e poi le Martin, oltre alla mia la 0-18 in tour, molto bella che ho potuto apprezzare suonata da Stefano (mi riservo di dire qualcosa di più quando sarà in casa), e la favolosa 000-18, una piuma che nelle mani di Franco ha preso vita, strappandogli, credo, un pezzetto di cuore

Assolutamente di livello elevato almeno due delle semi-nuove, la D28 McAlister e la Claxton, la prima una dread ruspante che ti fa sentire Neil Young (vero Ermanno?), la seconda una chitarra di classe nella mani giuste (di Gabriele, di Franco ....le mie direi di no).

Per chiudere, mi ripeto: scelgo le vecchie (in questo periodo Gibson) sia per il suono che non mi stufa e non mi stanca perchè è giusto, non è mai troppo o troppo poco, sia per l'aspetto vissuto che, non so per quale motivo, mi trasmette tranquillità.

Grazie a Dario che ha smosso le acque e a Andrea e Alessio che hanno ottimamente ospitato il gruppo degli anta

Grande Daniele, bella sintesi, sottoscrivo!
Non so se poi ci sia stato spazio ulteriore per un confronto tra le due Martin 0, per me sorprendenti entrambe essendo abituato a chitarre a grossa cassa, trovavo bello anche come veniva fuori il suono dalla tua tutta in mogano che purtroppo non ho avuto tempo di provare.

Personalmente devo ancora decantare il pomeriggio trascorso, le vintage hanno un fascino e un suono unico e comincio a capire cosa vuol dire la "dryness" di cui mi parlava anni fa un dealer americano. La traduzione in italiano non rende perché ciò che manca in realtà è proprio quello che sporca il suono , quindi l'asciuttezza diventa chiarezza e musicalità. Come forse si capiva dal mio mini report, le due chitarre che più mi hanno colpito, brontocaster a parte (non so suonare l'elettrica e non comincerei nemmeno, ma è una vera perla), sono la 000-18 e la SJ per aspetti differenti (forte questo emoticon, mi ricorda Marty Feldman e il mitico.. AIgor). Chissà se poi mi aprirò al suono Gibson visto che sono così D28izzato..

Ermanno, nel passaggio di mano della 0-18 potrebbe capitare di rivedersi per ulteriori prove .... vedremo.

Caro Dario questo vintage tour è veramente un colpo basso: ma come uno lotta x trovare un equilibrio, compra chitarre che +/- lo soddisfano e lo mettono in GAS stand-by, tranquillo, ogni tanto qualche scossone ma niente di irrefrenabile, vedi 335 cherry red, e poi te ne vai, pieno di interrogativi, a provare delle, belle, chitarre vintage, e che chitarre, e sbang: ci si trova tutti in un'altra dimensione....tu credi di aver sentito qualcosa, non molto ma abbastanza x avere le idee un pò + chiare, e invece......

Come diceva Franco sulla via del ritorno: tu vaglielo a raccontare a uno che chitarre di 70 anni suonano in questo modo: da non credersi.
Innanzi tutto l'emozione di suonare musica che è nata ai loro tempi, sulle quali magari è stata anche suonata, un'emozione mica da poco e poi che dire: suono Gibson e suono Martin all'ennesima potenza, non sono in grado di stendere una descrizione come quelle partorite da Alberto...che ci vorrebbe proprio.
Una sorpresa la Martin tutta in mogano: suona con tanta voce e bella calda e anche la 018 di Dario non scherza.

La Southern Jumbo è stata la regina incontrasta: suono aperto, caldo, fondamentale pulita : se ascoltate una chitarra così vi rimangiate tutti i giudizi negativi sulle Gibson e anche la Lg 2, che ha un suono che mi è parso di aver sentito su certi dischi, anche se so x certo che la chitarra usata è una J50...anche la Lg2, con un suono forse meno definito della SJ ma bello e aggressivo.

Della 00018 di Andrea è stato detto abbastanza....chitarra fantastica, ma se dovessi scegliere tra SJ e 00018 sarei veramente imbarazzato: ci vorrebbero tutte e due potendo.

Ancora grazie ad Andrea x la sua disponibilità e competenza, oltretutto è anche un gran chitarrista acustico ed elettrico (Hendrix e Stevie Ray e .....).

Non avevo mai sentito Franco e sono rimasto sorpreso dalla sua musica: molto bella e interessante e grazie a lui le chitarre sono state testate anche in contesti musicali meno usuali forse x questo tipo di strumenti e devo dire che tutte ne sono uscite alla grande: soprattutto la 00018 che comunque si pone un filo sopra la Claxton : splendida chitarra.

Grazie anche e soprattutto a Dario x questa bella idea.

Ermanno ha scritto:

....comincio a capire cosa vuol dire la "dryness" di cui mi parlava anni fa un dealer americano. La traduzione in italiano non rende perché ciò che manca in realtà è proprio quello che sporca il suono , quindi l'asciuttezza diventa chiarezza e musicalità.....

Mi vien da pensare...ma la caratteristica fondamentale di queste chitarre allora è la qualità dei legni di una volta, o "semplicemente" la loro molto maggiore esposizione? Il legno è materia naturale, fatta per stare esposta, non conservata in scatola; voi dove le tenete le vostre chitarre, sempre ben tappate nella custodia o fuori? (e a proposito fuori come, appese o su stand?).
Secondo me il legno ha da stare all'aria, prendersi (nelle dovute misure) l'umido come il secco, restringersi, allargarsi, curvarsi, raddrizzarsi, scaldarsi nelle mani e addosso al corpo, vibrare in tutte le sue fibre in tutti i modi possibili, solo così diventa risonante in maniera genuina e completa.
Tenere una chitarra sempre nella custodia è come tenere un bambino sempre in casa.
Suonarla poco è come non far mai camminare e giocare il bambino: cresce male, goffo, e ottuso...
Ecco perchè io non voglio avere molte chitarre... (avete capito che tirata ho fatto per arrivare qui? )

Bella Me&My Max sei partito da lontano ma ci sei arrivato !!!!! Una bella conclusione che ci fa riflettere sicuramente è: poche chitarre ma VINTAGE .... Max vendiamoci tutto e compriamo le VINTAGE (a meno che tu non ce l'habbia già) .... i ragazzi del thread li ho visti proprio starati come dopo un viaggio interstellare ... forse conviene provare !!!!

Complimenti ai provatori tutti e belle foto !!!!! (mi sa che ce ne sono altre in arrivo...)

(certo un video/audio recording sarebbe come il cacio sui maccheroni .... ma mi sa che chiedo troppo)

Enrico

Citazione :

è la qualità dei legni di una volta, o "semplicemente" la loro molto maggiore esposizione

Sicuramente in parte è la qualità dei legni che erano disponibili una volta: alberi di prima crescita, minor inquinamento di aria ed acqua, stagionatura lenta e naturale. Poi c'è il fattore artigianale della costruzione, con l'ultilizzo di tecniche e materiali (ad es, l'uso di colla animale a caldo) che oggi non sarebbero sufficientemente profittevoli per delle chitarre prodotte in massa. Infine c'è il fattore tempo, che permette al tutto di assestarsi e di prendere una propria identità molto omogenea ed organica.

In realtà il discorso 'suona bene perchè ha suonato tanto' è un falso mito: ho suonato chitarre vintage in condizioni 'mint' uscite da sotto il proverbiale letto (od armadio) senza essere suonate per decenni, per essere restaurate e portate al top della forma (inteso come suonabilità), con risultati di suono, dinamica e risposta stupefacenti! In realtà ho sperimentato che per queste chitarre è sufficiente un periodo di 'sveglia' di poche settimane per giungere a livelli di eccellenza pazzeschi.

Quindi dìsperati pure, ma chi ha 150 chitarre vintage e le fa ruotare un pò alla volta in realtà non se la passa poi peggio di quello che ne ha solo 2 e suona sempre quelle

Andrea

dino1899 ha scritto:

... In realtà ho sperimentato che per queste chitarre è sufficiente un periodo di 'sveglia' di poche settimane per giungere a livelli di eccellenza pazzeschi.
Quindi dìsperati pure, ma chi ha 150 chitarre vintage e le fa ruotare un pò alla volta in realtà non se la passa poi peggio di quello che ne ha solo 2 e suona sempre quelle

Andrea

Holy shit!
Tutta sta fatica a costruirmi un pretesto e me lo distruggi in un attimo, accidenti a te e alla tua uva, io stavo facendo benissimo la volpe...

La cosa che mi ha stupito di più è la leggerezza degli strumenti, anche la SJ è una piuma, non capisco se dipenda da caratteristiche costruttive, legni catene ecc, oppure dal fatto che parte di quello che c'era se ne è andato, sublimato....non mi sono fumato niente....

[quote="Stefano/ry"]Caro Dario questo vintage tour è veramente un colpo basso: ma come uno lotta x trovare un equilibrio, compra chitarre che +/- lo soddisfano e lo mettono in GAS stand-by, tranquillo, ogni tanto qualche scossone ma niente di irrefrenabile, vedi 335 cherry red, e poi te ne vai, pieno di interrogativi, a provare delle, belle, chitarre vintage, e che chitarre, e sbang: ci si trova tutti in un'altra dimensione....tu credi di aver sentito qualcosa, non molto ma abbastanza x avere le idee un pò + chiare, e invece......quote]

Ehm ... scusa ... non volevo ...



... ma in effetti e`difficile resistere al fascino di queste chitarre .... come gia`detto (a parte la loro storia e la musica che ci hanno suonato ) su certi parametri sono spettacolari. Chiarezza e presenza fra i primi. Mi fanno piacere anche le impressioni sulle Gibson. Si sentono tante critiche sulle Gibson nuove che non dicono molto (e nella maggior parte dei casi a ragione ...) ma la realta`e`che le Gibson di oggi non hanno NIENTE a che fare con le Gibson di allora .... e la 000-18 ... beh, quelle son chitarre davvero sfogose, alla faccia di chi magari sostiene che la scala corta e`meno soddisfacente della lunga. Basta costruirle bene ....

Grazie ancora per i commenti !

[quote="MeMyGuitar"]

Ermanno ha scritto:

....comincio a capire cosa vuol dire la "dryness" di cui mi parlava anni fa un dealer americano. La traduzione in italiano non rende perché ciò che manca in realtà è proprio quello che sporca il suono , quindi l'asciuttezza diventa chiarezza e musicalità.....

Mi vien da pensare...ma la caratteristica fondamentale di queste chitarre allora è la qualità dei legni di una volta, o "semplicemente" la loro molto maggiore esposizione? Il legno è materia naturale, fatta per stare esposta, non conservata in scatola; voi dove le tenete le vostre chitarre, sempre ben tappate nella custodia o fuori? (e a proposito fuori come, appese o su stand?).
Secondo me il legno ha da stare all'aria, prendersi (nelle dovute misure) l'umido come il secco, restringersi, allargarsi, curvarsi, raddrizzarsi, scaldarsi nelle mani e addosso al corpo, vibrare in tutte le sue fibre in tutti i modi possibili, solo così diventa risonante in maniera genuina e completa.

quote]



Su questo quoto in pieno Andrea. Design, materiali, caratteristiche costruttive ... piu`appunto l'assestamento dello strumento. Vero che alcuni sostengono che tenerle fuori sia l'ideale. Io le tengo nella custodia ma sempre come dice Andrea, basta prenderle in mano e in 10/15 minuti sono tutte li ... vibranti e risuonanti al massimo ....

E ... "dryness" e`un aggettivo perfetto ...

MeMyGuitar ha scritto:

Holy shit!
Tutta sta fatica a costruirmi un pretesto e me lo distruggi in un attimo, accidenti a te e alla tua uva, io stavo facendo benissimo la volpe...

.... quando ho cominciato Andrea mi aveva avvertito che il vintage e`una china scivolosa ... ma non che e`COSI`scivolosa ....

A proposito di Gibson, tale Brian Virts vende su UMGF una SJ del 1946 (della quale abbiamo parlato piu`volte con Andrea ...) a $ 6400 :



Con l'euro a 1.48 e`un'ottima occasione, credo sia ancora disponibile.

" Up for sale is an original owner '46 SJ. This guitar is very clean, with a beautiful sunburst finish. There are a few dings here and there typical for a guitar of this vintage, but the finish (while being checked all over) is fresh and shiny. No finish added anywhere. It has original tuners except for one changed "G string", to an early '50s Kluson that appears to be for Martin guitars. A partial refret to the 15th fret. Otherwise, the guitar is original. No extra holes ever added at the tuners. There is a small screw whole on the back of the neck where the owners mother mounted a strap button. There are a few cracks, the majority of which are on the sides, one on the back and just a small pick guard crack on the top. They have (mostly) been filled with hide glue (prior to me owning), and are stable. Structurally the guitar has been inspected and found to be very stable. There were "initials" added to the top on the upper bout at the neck (removed prior to my ownership), and nothing into the wood. Sitka Spruce top. Real pearl inlays. The neck is large and full. "D" shaped, with a lot of shoulder. 1 3/4 inch nut. Action off the 12th fret is just over an eighth of an inch.

This guitar sounds amazing; deep, rich, vibrant tone. It is very light weight and resonant. I've played a few other guitars from this period and this one sounds very piano like comparatively. It's just a wonderful instrument, sure to appreciate. Shipped in a newer hard case the owner bought in the '80s. All work since my ownership has been through an authorized Martin warranty repair technician. I have more pics available, and will do an in hand phone inspection "

http://theunofficialmartinguitarforum.yuku.com/topic/92417

GAS comune, mezzo gaudio ....

Citazione :

La cosa che mi ha stupito di più è la leggerezza degli strumenti, anche la SJ è una piuma, non capisco se dipenda da caratteristiche costruttive, legni catene ecc, oppure dal fatto che parte di quello che c'era se ne è andato, sublimato....non mi sono fumato niente....

Confermo. Purtoppo l'altro giorno non c'era niente da fumare...

La leggerezza degli strumenti dipende in massima parte dalla costruzione. La costruzione così leggera è possibile grazie all 'artigianalità' dei metodi (in termini di tecniche e materiali), dove l'attenzione è rivolta allo strumento e non allo starci dentro con i costi e all'essere sicuri di non vedere rientrare la chitarra in garanzia in futuro. Aspetti che sono pesati persino in eccesso nelle chitarre di produzione attuale, anche di un certo livello (as es, le varie Martin, Collings, Gibson, SCGC, ecc.). Quindi plates (tavola e fondo) un tantino più spessi, catene un tantino più ciccie, un bel truss rod regolabile in metallo - magari anche di quelli bi-action - perchè altrimenti la chitarra non si vende (come, non ha il truss rod regolabile?!?!... anche se in realtà 1) uno strumento stabile non ha bisogno di smaniggiamenti di truss rod 2) ad un liutaio per controllare il relief del manico non serve il truss rod regolabile 3) per mia esperienza sono pochi i chitarristi che si fidano di regolarsi la chitarra da sè), vernice spessa tanto perchè lo strumento ci vuole lucido, magari non alla nitro perchè 1) è più veloce da dare e lucidare 2) asciuga più in fretta 3) è meno fragile e meno prone al rovinarsi con l'utilizzo, oppure alla nitro ma con dei bei plasticizzanti per recuperare qualcuna delle caratteristiche (utili al fine del $ ma dannose per il suono) 1) 2) e 3) appena elencate... Ecc. ecc.

Fai 1+1+1+1... e la somma puoi tirarla anche tu.

Morale: le chitarre di 70 anni fa non solo suonano meglio e sono molto più gradevoli all'imbraccio e all'esperienza tattile e sensoriale nell'insieme, ma sono ancora qui a raccontarcelo dopo tutti questi lunghi anni di usi e in molti casi abusi! Alla faccia di chi costruisce oggi con l'approccio dell'ingegnere civile: facciamo i conti e poi sovradimensioniamo del doppio.

In realtà, penso che per chi costruisce chitarre oggi in grossa scala, la lezione da imparare sia quella proprio delle Gibson degli anni '30 e soprattutto '40. Sono esempi viventi di chitarre fatte bene senza fronzoli. Tanto per cominciare un ottimo design (a qualcuno lo scorso sabato ho accennato qualcosa in proposito), ottimi materiali, un processo produttivo di chi ha capito bene tutto e lavora di conseguenza, attenzione nella manodopera laddove serve. Guardate e messe a confronto con le Martin di pari epoca le Gibson sono decisamente più spartane. Crude. Interni con sbavate di colla animale (da cui 'Only a Gibson is Glued Enough'), segni di cartavetrata, segni di sega circolare sulle catene, una costruzione che lasciava tolleranze abbondanti in modo mirato, tanto poi venivano recuperate dal processo a valle (ad esempio, gli incastri coda di rondine manico / corpo), pochi imbellettamenti in generale. L'essenzialità totale e la frugalità. Ma che classe, che fascino e che chitarre!... Veramente tanto, tanto, tanto da imparare.

NDR: vi prego di leggervi questo post con attenzione... Ci ho messo qualche minuto a scriverlo dovendomi sorbire la moglie che protestata in sottofondo 'ma che kz ci fai sempre al PC ora ho bisogno di una mano qui con Filippo (mio figlio)'.. ecc. ecc. Un post quasi eroico!..
Andrea

+ 1 Andrea !



apprezziamo l'eroismo .... d'altra parte Filippo sara`un grande picker .... poi con quello che si ritrova in casa ...

Dario57 ha scritto:

+ 1 Andrea !



apprezziamo l'eroismo .... d'altra parte Filippo sara`un grande picker .... poi con quello che si ritrova in casa ...

1+1 per Andrea...e per il piccolo Filippo...
...e per le vecchiette di casa Gibson