Ogni promessa è debito, e quindi oggi mi sono avviato in laboratorio armato di macchina fotografica per completare il lavoro sulla LG-2 del '46 di Daniele/Ipnos. Restava giusto da rifinire i tasti e sistemare il setup con la regolazione del capotasto (più alcune cose minori come rimettere rimettere bulloncini e madreperla al loro posto sul ponte).
Giusto per aggiornare chi non sapesse la storia, questa scorsa primavera - sotto mio 'pressante' consiglio - Daniele ha preso questa chitarra da un contatto negli US che conosco. Dalle foto disponibili si vedeva che era uno strumento con grosso potenziale... Era conciato un pò male, ma in modo onesto (vedi anche mio post sulla tappa di Albisola del vintage tour). Non aveva nulla di quello che una chitarra non deve avere. Consumata, bisognosissima di un liutaio, ma decisamente il tipo di chitarra che mi va tanto a genio. Beh, per tagliarla corta Daniele si 'fida', la compra, la LG-2 arriva e lui un bel giorno ce la porta in laboratorio. Con tanto di corde e tenuta 2 toni più bassa (il ponte era più di la che di qua...), il buon Daniele si era già lanciato con un '...già così mi piace...'. Figuriamoci! Alessio ed io ce la siamo un pò risa sotto ai baffi, sicuri che se già così gli andava eravamo in una botte di ferro
.. Cmq, vi assicuro che in testa mia sapevo già come avrebbe suonato, prima ancora di metterci su le mani (questo per dire la mia su come la penso circa all'incognita che si ha nel comprare a distanza strumenti vintage: molto più facile predire come suoneranno questi una volta a posto, piuttosto che uno strumento nuovo. Almeno, per quanto riguarda la mia esperienza).
Ok, abbastanza preambolo. Per farla breve, la chitarra si presentava con la seguente cartella clinica:
1) tutte le catene del top scollate compresa la X (la 1a catena - quella sotto alla tastiera - era anche rotta, oltre che scollata, così come un paio di finger), fatta eccezione per le 2 tone bars che erano a posto
2) il top era incavo (per forza...)
3) il retro aveva solo 2 catene su 4 (e scollate). 1 delle 2 catene mancanti era nella custodia, dell'altra si erano perse le tracce
4) svariate spaccature (crack) da secco su tavola, fasce e fondo
5) ponte scollato e spaccato a metà in senso longitudinale
6) assenza pressochè totale di selletta, action alta. Segnali evidenti di angolo del manico da resettare. In realtà sistemando le catene di tavola (e fino ad un certo punto anche quelle del fondo) avremmo recuperato un pò di ossigeno sull'azione. Ma il giudizio, anche tenendo conto di questo fattore, è stato subito unanime per il dover resettare il manico
7) tasti originali consumati oltre il limite di suonabilità
Per il resto, tutto bene. Anzi: benone!.. Il bridge plate originale era pulito, in buona salute e al suo posto. Fatta eccezione per i pomelli delle meccaniche, i piroli fermacorde, l'endpin e le 2 viti del copri-truss rod, la chitarra era tutta originale. Vernice consumata e craccata (non in senso informatico: 'piratata') ma mai molestata con overspray, lucidature o paciughi di sorta. Anzi, la chitarra aveva la sua bella patina di polvere e quant'altro che le conferisce un'aspetto vero (e che Daniele non si sogni di 'pulire'!).
Dunque, visto che c'era da fare, come prima cosa abbiamo staccato il manico con la ormai tecnica consueta del vapore. Si praticano 3 fori nel solco del 15° tasto per accedere all'intercapedine tra tenone e mortasa, si scalda bene la lingua della tastiera e la si scolla con una spatola dalla tavola armonica, quindi si introduce un ago - noi usiamo quelli da epidurale - in uno dei fori praticati prima e si introduce del vapore nell'incastro a coda di rondine. Noi usiamo una macchinetta per il cappuccino. Poi con tanta pazienza e ancor più accortezza si lavora fino ad allentare la colla (per le Gibson occorre avere qualche malizia in più) e a ritrovarsi con manico in una mano e corpo nell'altra (si fa per dire). A fare questi lavori si prega sempre di trovare colla animale, da cui la smisurata predilezione per lavorare su chitarre 'vergini' (cioè su cui nessuno ci ha mai messo le mani una volta uscite di fabbrica).
Poi abbiamo scollato il ponte (anche qui, trovare colla animale è una benedizione del Cielo) per poterlo riparare. Insomma, ben presto la chitarra aveva questo aspetto:
tenone:
e mortasa:
A questo punto dopo aver ripulito dei residui di colla vecchia abbiamo riparato il ponte e ci siamo messi a lavorare sul corpo. La prima cosa da fare infatti era stabilizzare il tutto e ripristinare la corretta geometria dei piatti (tavola armonica e fondo). Soprattutto andava ripristinato il corretto arco di entrambi, responsabile della stabilità strutturale e del suono dello strumento. Quindi il lavoro si è fatto lungo e di pazienza, nel ri-incollare ogni catena e riparare quelle spaccate.
(qui la 'pancia' corretta, dopo il lavoro di restauro)
e qui la 2a catena del fondo fatta ex-novo:
Per tutti gli incollaggi (e dico tutti!) è obbligatorio utilizzare colla animale a caldo. Per prima cosa (ma forse la meno importante) è filologicamente corretto. Poi è una colla assolutamente reversibile e - soprattutto - in virtù di come 'secca' (gellificando) consente allo strumento di non perdere quelle proprietà di asciuttezza ed organicità che il tempo gli ha conferito. Tutte le altre colle da legno (viniliche, a resine alifatiche) asciugano tramite la perdita d'acqua. Che viene quindi assorbita dal legno. Insomma: la chitarra ci mette molto più tempo a 'riprendersi' dalla chirurgia. Poi, non c'è colla che tenga il legno sotto sforzo come quella animale. Non essendo a base 'plastica', non ha 'creep' (cioè l'effetto per cui alla lunga i pezzi incollati sotto sforzo scivolano l'uno rispetto all'altro). In più è quella che viene assorbita dalle fibre del legno (quindi incolla anche 'di testa') e quando secca è la più 'vetrosa' (e quindi non si mangia del suono). Insomma: la colla animale è il meglio che c'è per le chitarre. E di gran lunga. Poi si possono spendere pagine sul tipo di colla, tra quelle 'animali'.. ma non è questa la sede...
Qui il ponte torna al suo posto dopo essere stato restaurato:
Nel frattempo, mentre sistemavamo le catene e le spaccature del corpo, potevamo con agio lavorare sui tasti: via quelli vecchi e dentro dei bei tasti nuovi un pelino più cicciotti a tutto vantaggio della suonabilità e del suono. Facendo bene attenzione - anche se qui col truss rod regolabile che lavora giustamente a 'compressione' non è vitale come sulle Martin - a mantenere con la ritastatura quella giusta compressione all'interno della tastiera che è fondamentale per uno strumento reattivo, con attacco di nota e proiezione.
Una volta sistemato il corpo e ritastato il manico, è stato possibile 'leggere' accuratamente l'angolo del manico e quindi andare a stabilire di quanto andava modificato per ripristinare una geometria corretta (cioè, tale che permetta un'action di circa 2,5mm/1,5mm MI/mi al 12° tasto con selletta di circa 3mm ai rispettivi Mi). Modificato l'angolo, andavamo quindi a ri-incollare il manico al suo posto:
Ok, non restava che fare una nuova selletta in osso, alzare il capotasto originale di quel tanto che basta per compensare alla maggiore altezza dei tasti, rettificare la tastiera (la plek decisamente
non serve!
), rifinire il tutto col setup ed infiocchettare con gli ultimi 'tocchi'
(notare il profilo della sella corretto per una Gibson di quegli anni, e non in stile Martin)
E qui c'è il prodotto finito, in tutto il suo splendore!
E alcuni particolari (per gli amanti del genere.. come il sottoscritto!
)
palissandro brasiliano vecchio, tasti nuovi, vernice consunta quel tanto che basta e setup 'da corsa'... c'è qualcosa di meglio?
E per chi volesse, 3 rapidi mp3 per dare un'idea di come suona. Tenete in debito conto 1) l'environment non proprio ideale in cui sono stati registrati (di corsissima!) 2) che la chitarra si è appena ri-svegliata. Darà il meglio di se nel giro di qualche settimana. Già così è - a mio modesto parere -
una cannonata di chitarra!...
Se Daniele vorrà, rivelerà i dettagli $$ dell'operazione. Da par mio, la morale (scoperta ormai da un pò di anni) è che una scelta oculata di una chitarra vintage è in grado di dare soddisfazioni, che per ottenere da uno strumento nuovo occorre svenarsi (a patto di riuscire ad averle del tutto). Il vintage è per poveracci come me... date retta...
http://www.4shared.com/file/171361103/468f6d18/46_lg-2.html
http://www.4shared.com/file/171361786/fab16f2d/46_lg-2-2.html
http://www.4shared.com/file/171360712/94a27718/46_lg-2-3.html
Andrea