La 000 citata nell'articolo e la mia appartengono a due periodi distinti.
Nell'avventura strumentale e commerciale di Schoenberg (a parte la sua carriera di musicista) la prima parte, che inizia nel 1987, mi sembra la più "pura" ed efficace.
L'origine è stata l'aver convinto mamma Martin a riproporre una piccola serie di OM in collaborazione con lui e Dana Bourgeois. Marcate Schoenberg ma con la dicitura nella targhetta interna "Made Expressly for Schoenberg Guitars by Martin" volevano essere la riproposizione della chitarra fingerstyle nella sua più alta espressione.
In effetti, visto il periodo nel quale praticamente dominava la forma D, questi strumenti si staccavano decisamente dalla produzione normale che aveva pochissime alternative di alta qualità.
La scelta dei legni veniva fatta dal liutaio che collaborava con Schoenberg e veniva applicata e lavorata l'incatenatura; il tutto passava poi alla Martin per l'assemblaggio e la finitura.
La situazione è rimasta invariata con il cambio di collaborazione (T.J.Thompson al posto di Bourgeois) avvenuto nel 90 e per pochi anni ancora. Nel 94 questo primo periodo si chiude con un totale di 450 chitarre costruite. Nel 96 Schoenberg riapre la produzione che andrà avanti fino ad oggi ma collaborando con diversi liutai e non più sotto l'ala Martin e, pur sotto la direzione della stessa persona, penso abbia perso quella iniziale unità di intenti per stemperarsi in una ormai normale proposta di chitarre di liuteria
E' nota la sua buona opinione verso le 12 tasti ma l'iniziale spinta è stata data dalla sua predilezione per il suono della OM che riteneva lo strumento ideale per il fingerpicking ed infatti all'inizio ha puntato essenzialmente sul modello "Soloist" che è appunto una OM cutaway.
Nello specifico della mia Soloist la mente e la mano hanno fatto riferimento alle grandi Martin vintage.
Le caratteristiche principali sono una grandissima chiarezza nell'esposizione delle note, che sono effettivamente solidissime e "a sbalzo", attacco veloce, ottimo volume e proiezione, equilibrio tendente al luminoso ma senza scompensi.
Non è forse giusto a mio parere parlare nei termini di suono corto o lungo, di più fondamentale o più armoniche; quello che esce è un suono molto ben amalgamato nelle sue componenti, non con un sustain lunghissimo ma nel quale i due elementi durano all'incirca per lo stesso tempo e quindi con un risultato diversissimo da alcune chitarre moderne che magari hanno una fondamentale piuttosto corta e armoniche lunghissime.
Per chi non avesse visto le foto nella vecchia discussione e fosse interessato